LOCOROTONDO
7 Ottobre 2015
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Il piccolo comune ha avuto molti nomi prima di assumere quello attuale: inizialmente chiamato Casale San Giorgio, in onore del santo patrono, diventò poi Casale Rotondo, Luogorotondo e solo nel 1834 fu definitivamente chiamato Locorotondo. Il toponimo richiama la caratteristica forma del centro storico, un insieme di piccole case bianche disposte su un susseguirsi di anelli concentrici. Tipiche del borgo antico sono le graziose casette a “cummerse” con i tetti spioventi ricoperti di chiancarelle, lastre calcaree simili a quelle usate per i trulli.

Una singolare particolarità contraddistingue l’aspetto demografico del territorio del paese ovvero l’alta percentuale di popolazione residente nelle campagne e aggregata nelle numerose contrade che circondano il nucleo urbano. La campagna intorno a Locorotondo unisce insieme un paesaggio fortemente agrario e selvaggio con la chiara presenza dell’uomo e delle sue attività. Tra vigneti, uliveti ed orti sorgono infatti numerosi trulli utilizzati ancora come prima abitazione e solo più raramente come dimora stagionale.

 

LE CONTRADE

Le Contrade sono piccoli agglomerati di casedde (trulli) riuniti intorno ad uno spazio comune, il jazzile, in cui si sviluppa la vita di comunità. Il vicinato usufruisce in armonia di diversi servizi comuni quali la scuola, la chiesa, qualche negozio ma anche la stessa cisterna d’acqua, il tutto a conservare viva una tradizione rurale e popolare che rende solidali nella dura vita di campagna. Una fitta rete di strade, quasi tutte asfaltate, permette di raggiungere e rendere accessibile ogni parte di questa animata campagna e la collega facilmente con il centro urbano poco distante.

Il comune propone diversi itinerari per conosce e scoprire la magia di una realtà così diversa dalla vita cittadina seppur ancora così vicina:

http://www.comune.locorotondo.ba.it/flex/cm/pages/ServeBLOB.php/L/IT/IDPagina/305

 

Locorotondo è uno dei maggiori centri turistici della Valle d’Itria e fa parte della Terra dei Trulli. Insieme a Cisternino è inserito nella associazione Italiana “I borghi più belli d’Italia” e dal 2010 aderisce all’associazione “Bandiera Arancione” del Touring Club Italiano.

 

COSA VEDERE

– Chiesa Madre (Chiesa di San Giorgio)

Questo monumentale edificio, dedicato a san Giorgio martire, venne eretto fra il 1790 ed il 1825 sulle fondamenta di altre chiese precedenti sempre dedicate al santo patrono. Ciò che subito colpisce è la maestosità della chiesa che si eleva su strade e case. Nella facciata anteriore, di chiara impronta neo-cinquecentesca, possiamo vedere la raffigurazione in rilievo di san Giorgio con il drago e, ai due angoli in basso, le due statue di san Pietro e san Paolo. La cupola centrale, alta oltre 35 metri compresa la lanterna, era un tempo rivestita con tegole in terracotta invetriata a più colori tale da garantire un effetto cromatico di grande impatto in contrasto con il monotono del resto dell’edifico; danneggiata da un fulmine nel 1841 non fu purtroppo mai restaurata. La sobrietà neoclassica degli elementi architettonici si accompagna, all’interno, con un corredo figurativo rinascimentale e barocco proveniente in gran parte dalla tradizione artistica della precedente chiesa.

 

-altri monumenti della città

http://www.comune.locorotondo.ba.it/flex/cm/pages/ServeBLOB.php/L/IT/IDPagina/304

 

LA CUCINA

La cucina tradizionale locorotondese è chiaramente improntata ai sani principi dell’antichissima cucina mediterranea e appartiene alla cucina popolare e contadina sia nella scelta degli ingredienti sia nelle procedure di lavorazione. L’ampio utilizzo del grano, nelle varietà tenere e dure, è ampiamente accertata nella cucina paesana sia nel confezionamento di paste alimentari casalinghe, sia nella preparazione di pane casereccio e di squisite focacce. Con la farina di grano tenero viene preparato il pane e con la pasta del pane le ottime friselle e le fragranti focacce.

Dal sito del comune riproponiamo alcuni piatti tipici:

– jarie de furne, focacce nella versione pomodoro, olio ed origano o solo con sale grosso ed origano

– spunzèle, focacce con l’aggiunta di patate lesse e ripiene alla cipolla porraia

– ciallédde, la versione locudorese della panzanella napoletana o toscana fatta con pane raffermo e pomodori freschi

– ficazze fracete, fagottini di pasta cotti al forno ripieni di marmellata di cotogne ed uva

– triddo, altrimenti detto maltrito, una pasta casalinga composta di piccoli e difformi pezzettini conditi con brodo di tacchina e spolverati di formaggio. Con della semola di grano duro si impastano alcune uova intere, si aggiungono alcune generose cucchiaiate di pecorino locale grattugiato, una copiosa manciata di prezzemolo tritato finemente e sale quanto basta. La tradizione vuole che vengano serviti in occasione delle festività cattoliche, ma anche come dono per i parenti di un defunto o come rinvigorente per una giovane puerpera.

– gnumerèdde suffuchete, si preparano con trippa e interiora di agnello adulto in piccole porzioni legate a mo’ di gomitolo (gnumerèdde ); all’interno si inseriscono alcune foglie di prezzemolo e in cottura sono soffocati (suffuchete) da una grande quantità di cipolle rosse.

– purea di fave bianche, accompagnato con alcune verdure spontanee tipiche di questa zona come la cicoriella, la cicerbita, il tarassaco e tante altre.

Ricchissima e variegata è la produzione lattiero-casearia con mozzarelle, fiordilatte, caciocavalli e scamorze; ricotta, cacio pecorino e soprattutto cacioricotta e ricotta forte (ottenuta da uno speciale processo fermentativo che la rende piccante).

Rinomato e di indubbio valore l’ottimo vino bianco il “Bianco Doc Locorotondo”

 

FESTE, SAGRE E FESTIVAL

– SAN GIORGIO MARTIRE Santo Patrono di Locorotondo (23 aprile)

Nei giorni della festa in onore del santo protettore le vie cittadine sono illuminate da stupende luminarie e si può assistere a vari spettacoli di arte pirotecnica, concerti bandistici e bancarelle sparse ovunque. La sera del 22 aprile, vigilia della solennità, i paesani si riuniscono nella chiesa madre dedicata a San Giorgio per la suggestiva cerimonia del “dono” ovvero la consegna delle chiavi del paese a San Giorgio da parte del sindaco di Locorotondo. Il 23 aprile, giorno della festa, la processione tanto attesa dal popolo locorotondese con il bellissimo simulacro di San Giorgio si snoda per le vie del centro accompagnata dalla banda cittadina. Al rientro della processione, a concludere la festa, c’è il tradizionale lancio di un pallone aerostatico.

– SAN ROCCO Santo Protettore di Locorotondo (15-17 agosto)

Tutto il paese avverte già qualche giorno prima, con l’arrivo dei forestieri e dei paesani residenti all’estero, il crescente fermento che coinvolge tutta la popolazione. Dal 15 il paese è addobbato da una variopinta illuminazione e animato da tantissime bancarelle. La popolazione si prepara al giorno del Santo che inizia nel primissimo mattino con la Diana, poi in chiesa con i solenni riti religiosi e per le strade con le lunghe processioni, fino a tarda notte con le bande musicali ed i fuochi d’artificio. Il ciclo festivo si conclude a tavola con la caratteristica scorpacciata di gnumerèdde rosse ed agnellone al fornello.

Particolare attenzione va dedicata ai due momenti cruciali della festa:

– la Diana (A Diène)

nelle primissime ore del giorno 16, giorno dedicato a san Rocco, alcuni componenti della locale banda musicale, un tamburo e qualche clarino intonano, percorrendo le vie dell’abitato, una dolcissima nenia dai ritmi cantilenanti pregna di lievi ed ammalianti sonorità mediterranee. Durante il percorso il piccolo corteo s’accresce rapidamente con un codazzo vociante di curiosi mattinieri. La gran parte della gente, sprofondata nel proprio letto, appesantita dalla stanchezza, avverte nel dormiveglia il soave e delicato richiamo musicale e tenta di guadagnare una finestra o un balcone per assistere allo spettacolo accompagnata dal buonumore che la tradizione gli dona.

– la Sagra Pirotecnica

nella notte fra il 16 ed il 17 agosto si svolge la gara pirotecnica, un evento assai atteso dai locorotondesi e dalle migliaia di entusiasti spettatori che ogni anno accorrono da ogni parte. La gara s’ingaggia in genere fra tre o quattro rinomati fuochisti dell’arte pirotecnica meridionale che si sfidano all’ultima calcasse per ricevere il premio e il fragoroso e gratificante applauso che l’enorme folla tributa calorosamente al vincitore.

– SAGRA DELLA CILIEGIA (seconda settimana di giugno)

– LOCUS FESTIVAL (Winter Locus tra dicembre e gennaio; Summer Locus tra luglio e agosto)

Festival musicale arrivato a più di dieci anni di attività. Iniziato come evento locale ha assunto oggi respiro internazionale ospitando artisti di grandissimo valore e aprendosi alla globalità musicale, al turismo consapevole e al superamento dei confini geografici, anagrafici, economici e stilistici. Ai grandi concerti sul palco, si affiancano infatti iniziative di valorizzazione della tradizione enogastronomica nel territorio, incontri letterari e di cultura musicale ed azioni di contenimento dell’impatto ambientale.

http://www.locusfestival.it

 

MERCATO SETTIMANALE il venerdì